Massaggio Kalary

MASSAGGIO KALARY CON I PIEDI

Il Massaggio Kalari Marma può essere effettuato con i piedi o con le mani.
Nasce per i lottatori di Kalari, l’antica arte marziale indiana.
Il trattamento eseguito con i piedi consente all’operatore di praticare sul ricevente particolari movimenti e posizioni di stiramento, mentre lo massaggia con i piedi.

Origini
Questo massaggio ha origine dall’antica tradizione del “Kalari”, l’arte marziale indiana.
Kalari Payat: corpo e mente si esercitano come in una danza.
Il Kalari Payat è un’arte da combattimento che fonda le sue lontane radici 3500 anni fa nei Veda, antichi testi indiani. Racchiude elementi di yoga, danza indiana e di medicina ayurvedica. Kalari significa, in sanscrito, “addestramento per il campo di battaglia”.
Il Kalari Payat nasce in Vasudeva, nello stato del Kerala. La mitologia indiana narra che il leggendario saggio indiano Parasurana, seguendo gli insegnamenti del dio Shiva, fondò questa disciplina.
Al fine di diffondere l’arte del Kalari Payat, Parasurana costituì 108 kalari in tutto il Kerala decisi a tramandare i suoi insegnamenti di generazione in generazione. Secondo alcune teorie, il Kalari Payat potrebbe essere la più antica fra le arte marziale, da cui derivarono poi gli altri metodi di combattimento asiatici.
Abbinato allo Yoga, era utilizzato dai guerrieri, ma allo stesso tempo veniva concepito come un metodo di guarigione, per mantenere uno stato di benessere e di salute, utile per rinforzare e tonificare il corpo.
Il metodo di cui si sta parlando è applicato con il supporto di una corda che scende dall’alto e permette all’operatore sia di scaricare all’occorrenza una parte del peso corporeo, sia di mantenere l’equilibrio.
Tale accorgimento diviene ancora più necessario nell’atto finale quando il massaggiatore dopo aver cosparso d’olio, sapientemente confezionato secondo le necessità, le membra del suo assistito, sale direttamente sul corpo con entrambe i piedi.

Per l’applicazione dell’olio, citato nella precedente frase, si utilizzano normalmente manovre, eseguite indifferentemente con la pianta del piede destro o sinistro, le quali possono essere drenanti, vale a dire di stimolo per la circolazione venosa se condotte dalla periferia del corpo verso il cuore o arteriosa se in direzione opposta cuore-periferia; altre, sono da considerare linfostimolanti, utili in pratica ad attivare il sistema immunitario, mentre le più esperte riguardano alcuni dei 108 punti vitali conosciuti con il nome di Marma.
In questo, come nella maggior parte dei metodi di massaggio indiano non mancano movimenti in grado di stimolare il funzionamento degli organi interni, in particolare dell’intestino.

Tecnica
Si inizia versando dell’olio (normalmente di sesamo) in un piatto e si opera prima sulla parte destra del corpo intendendo in tal modo rendere l’approccio più naturale possibile.
L’emisfero sinistro del cervello (che disciplina la parte destra del corpo), entra in funzione prima rispetto all’opposto emisfero (per questo è detto trainante), rendendo così la parte destra istintivamente più disponibile e reattiva.
Dopo aver oliato il piede che il massaggiatore intende usare, incomincia a stendere l’olio sull’intera gamba e, conduce la manovra nella duplice direzione venosa e arteriosa, caviglia inguine e inguine caviglia, dedicando tuttavia al ginocchio alcune specifiche manovre circolari, soprattutto intorno alla rotula per portare sollievo all’articolazione. Passo poi aall stimolazione specifica del sistema linfatico nella zona dell’inguine percorrendolo più volte avanti e indietro. Farà così anche sulla zona sinistra
Si sposta poi sull’addome e dopo aver trasferito un po’ d’olio nell’ombelico, con movimento a spirale in apertura, in senso rigorosamente orario, lo stende, utilizzando la pianta del piede su tutta la superficie dell’addome.
Con la manovra che segue si va a stimolare l’intestino in senso peristaltico: partendo alla base del colon ascendente eseguo più volte una manovra che rispetta il percorso colon ascendente, trasverso, discendente, consapevole di quanto sia importante far funzionare bene l’intestino.

Ci sono Maestri che a questo punto ritornando verso il basso, con la dovuta attenzione e scaricando una buona parte del loro peso sulla corda, salgono su entrambe le cosce. Facendo oscillare il loro peso ora sul piede destro ora sul sinistro tentano di rimuovere talune tensioni profonde presenti nella zona del bacino. In qualche caso trovano persino il coraggio di salire direttamente sull’addome.
Vista la delicatezza dell’area e la presenza di sempre più diffuse patologie, nonostante alcuni abbiano appreso ad eseguire anche queste manovre, spesso si preferisce rinunciare, avvertendo ogni volta le insidie che si possono nascondere durante l’esecuzione.

Si continua massaggiando il torace, le costole (dallo sterno verso il fianco) ed il seno con direzione oraria per il sinistro e antioraria per il destro. Poi si Proce a trattare prima la mano poi il braccio dove il massaggiatore prevede una manovra drenante come per la gamba sia in senso venoso, sia arterioso.
Sulla spalla pigerà più insistentemente ma leggermente per promuoverne l’apertura.
A questo punto il metodo indiano prevedrebbe l’intervento al viso che, come potete immaginare, in occidente non è sempre gradito per le strane sensazioni che manovre condotte con il piede possano provocare soprattutto, su un’utenza non adeguata dal punto di vista psicologico.
Anche nella posizione prona si tende a ripartire dalla gamba destra e la prima manovra prevede la solita azione accurata drenante in tutti e due i sensi mentre la seconda interessa in senso orario il cavo popliteo per stimolare il sistema linfatico.

È ora il turno della schiena: partendo dal basso della colonna vertebrale e movendo il piede verso il fianco, si stende l’olio prima da un lato e poi dall’altro, il massaggiatore salirà gradatamente e massaggiando la scapola, il trapezio, discendo lungo il braccio terminerà sulla mano

La manovra che segue è dettaDandapadayatra o pellegrinaggio sulla colonna vertebrale ed è eseguita nel modo seguente:
Si appoggia delicatamente il piede destro sulle reni e facendolo oscillare, passando dalla punta al tallone, si esercitano misurate pressioni solo a lato della spina dorsale.
Si risale fino alla settima cervicale e si ridiscende al coccige per ben tre volte.

Il trattamento si conclude con alcune spettacolari manovre che portano l’operatore a salire direttamente sul corpo con entrambe i piedi.
Il primo contatto avviene tra le piante dei piedi dell’operatore e quelle dell’assistito lasciando i talloni sul pavimento per non eccedere con il peso. Si sale poi con l’intero piede sui polpacci, di seguito sulle cosce ed infine sulla schiena.
La manovra finale prevede che l’operatore salga sul sacro e, dopo alcuni istanti, porti il piede sinistro sulle dorsali per esercitare sapienti pressioni alternate sacro-dorsali che possano incrementare una riduzione delle cifosi.
Termina qui la descrizione di questo particolare antico metodo indiano, unica raccomandazione che il lettore non provi ad eseguire tali manovre senza la presenza di un esperto.